Corso base Approcci Dialogici: 29/10 – 26/11 2024

Il progetto intende da un lato costruire e rafforzare il sistema di intervento  – attraverso strumenti come una equipe territoriale multidisciplinare, attività laboratoriali e la presa in carico congiunta da parte dei servizi sociali e, laddove occorra, dei servizi sanitari –, dall’altro rafforzare le capacità della comunità di intervenire sulle situazioni a rischio, contrastando la cultura dello stigma associato alla malattia mentale e  individuando strategie di azione che non coinvolgano necessariamente in prima battuta i servizi sanitari.

L’Approccio Dialogico, sviluppatosi in Finlandia e in altri Paesi del Nord Europa, e che ha dato avvio a processi di cambiamento nel contesto della salute mentale (Dialogo Aperto), come pure nel contesto dei servizi sociali e per l’infanzia (Dialoghi Anticipatori) e nelle politiche di sviluppo di singole comunità, appare un approccio particolarmente fertile per innovare nelle modalità di intervento introducendo una visione democratica nei rapporti tra professionisti e cittadini. Tale Approccio è centrato sul principio dialogico e sul presupposto che gli operatori non sono chiamati a dare soluzioni, ma a promuovere momenti di riflessività tra tutti i soggetti coinvolti nella situazione, generando così proposte elaborate da tutti i soggetti coinvolti.

Le pratiche dialogiche possono essere utilizzate per far dialogare, in modo costruttivo, tutti i soggetti (sociali, sanitari, scolastici, dello sport e dell’associazionismo, oltre alle famiglie ed agli adolescenti) di questo sistema specifico, al fine di definire le azioni concrete, i compiti che ciascuno può assumere e i dispositivi di connessione nel percorso per giungere a un obiettivo condiviso, collocato nel tempo e nello spazio.

La finalità più generale e di medio periodo del progetto è quella di generare una cultura dei processi decisionali condivisi e di formare le competenze e le figure necessarie a progettare e gestire processi ispirati dall’approccio dialogico. Il corso si pone dunque come una prima tappa in questo più ampio percorso.

Obiettivi generali del corso:

  • Formare competenze di base per operatori e responsabili dei servizi sociali, scolastici, sanitari che consentano loro di partecipare consapevolmente ed attivamente a interventi impostati con approccio dialogico
  • Formare competenze di base per operatori e responsabili dei servizi sociali, scolastici, sanitari sugli strumenti attraverso cui si sostanzia l’approccio dialogico, in maniera tale da consentire loro di facilitare gli interventi condotti con approccio dialogico
  • Formare competenze di base per operatori e responsabili dei servizi sociali scolastici e sanitari sugli strumenti attraverso cui attivare processi partecipativi di ricostruzione del tessuto comunitario utilizzando le pratiche dialogiche come vettore principale
  • Costruire i prerequisiti per una formazione ulteriore/successiva, mirata, di figure di “facilitatori esperti” dei processi decisionali condivisi (in grado di promuovere, progettare e gestire processi decisionali condivisi) – questo passaggio richiede l’esplicito coinvolgimento degli Enti ed Agenzie di appartenenza degli operatori, e non semplicemente una scelta individuale dei singoli operatori; in questo senso va visto come una condizione da costruire anche attraverso questo primo intervento.

Nel corso degli incontri si sperimentano strumenti a partire dalle preoccupazioni e dalle risposte possibili per prendersi cura del contesto, utilizzando casi concreti della quotidianità lavorativa, con l’utilizzo di strumenti dialogici per favorire una prospettiva di miglioramento.

La proposta è rivolta a operatori e responsabili dei servizi sociali, scuole, amministrazioni comunali, servizi sanitari, che abbiamo maturato una esperienza lavorativa nei processi di accudimento.

Obiettivi formativi degli incontri:

  • conoscere le basi dell’Approccio Dialogico, i suoi principi guida, i principali strumenti;
  • esplorare punti di forza e preoccupazioni presenti all’interno del proprio contesto lavorativo;
  • individuare e sperimentare strumenti dialogici a supporto del proprio lavoro quotidiano;
  • individuare e sperimentare strumenti dialogici per lo sviluppo di comunità
  • sperimentare spazi di confronto per costruire una prospettiva di miglioramento all’interno del proprio contesto e nella relazione con altri soggetti (rapporto tra servizi e territorio).

Al termine del ciclo di incontri verranno individuate alcune situazioni in cui i partecipanti in maniera del tutto volontaria, proveranno a trasferire ed applicare gli strumenti appresi durante il percorso d’aula, potendo contare su mezza giornata per ogni situazione di accompagnamento e assistenza dei docenti.

I Formatori

Anna Lucia Carretta, pedagogista, formatrice, facilitatrice, referente in Italia dell’Approccio Dialogico Finlandese di Dialogues & Design Ltd di Heikki Ervast e Jukka Akola, formatori e responsabili scientifici dal 2018 dei percorsi di formazione all’Approccio Dialogico attivati in Emilia Romagna. Promuove l’approccio dialogico finlandese nel lavoro socio educativo e nella riorganizzazione dei Servizi, con funzioni di formazione e facilitazione. Collabora dal 2018 allo sviluppo del Progetto Sperimentale Dialogico promosso dalla Regione Emilia Romagna per implementare la riorganizzazione di servizi sociali e sanitari, con strumenti dialogici. Svolge un’attività di facilitazione al dialogo e di ascolto di giovani, adulti, anziani e famiglie. Da gennaio 2018 coordina, per la cooperativa Filo di Arianna, la comunità terapeutica riabilitativa della neuropsichiatria per adolescenti “Pani e Peschi” a Milano. Pratica attività di meditazione e di mindfullness per implementare competenze relazionali nell’ascolto e nel dialogo.

Stefano Sarzi Sartori, caporedattore di una rivista interdisciplinare di problematiche familiari, è animatore di un’associazione familiare che si occupa di Sviluppo di comunità. Collabora con la Provincia Autonoma di Trento, con numerose organizzazioni del terzo settore e con amministrazioni locali, promuovendo progetti locali di ricostruzione dei contesti di comunità in una prospettiva di sistema. Collabora con l’Associazione Italiana Pratiche Dialogiche ed è tra i fondatori della Rete Nazionale Coabitare Solidale. Ha pubblicato: “La famiglia nel sociale” (San Paolo, Milano, 2001) e “Comunità e democrazia nei quartieri. Un’ipotesi di lavoro per attivare processi partecipativi e generativi di cittadinanza” (Erickson, Trento, 2016).

Giuseppe Tibaldi, psichiatra, psicoterapeuta, direttore dei servizi psichiatrici territoriali nell’Area Nord del DSM-DP di Modena, trainer del Dialogo Aperto, dopo la formazione triennale completata a Londra. Promotore di recenti esperienze formative sul Dialogo Aperto. Direttore della Collana “Storie di Guarigione” presso la casa editrice Mimesis. L’ultimo libro pubblicato in questa collana di cui è stato il curatore, si intitola “La pratica quotidiana della speranza”. È inoltre autore di molte altre pubblicazioni.